Resurrezioni Insurrezioni Azioni 2009-2021 / Exhibition CAMeC Museum

“Sabrina D’Alessandro. Resurrezioni, Insurrezioni, Azioni 2009-2021”
Mostra antologica, Museo CAMeC, La Spezia, dall’8 ottobre 2021 al 4 aprile 2022

 

COMUNICATO STAMPA CAMeC
“Sabrina D’Alessandro RESURREZIONI, INSURREZIONI, AZIONI 2009-2021”
Venerdì 8 ottobre, presso il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia, è stato inaugurato un progetto espositivo dedicato a Sabrina D’Alessandro e al suo URPS – Ufficio Resurrezione Parole Smarrite, visitabile fino al 20 marzo 2022. L’attività di questo Ufficio, fondato dall’artista nel 2009, consiste nel ricercare parole poco o per nulla usate e nel riportarle all’attenzione trasformate in opere d’arte visiva e performativa (video, sculture, installazioni, azioni), ma anche in libri e rubriche illustrate. Così il pluriennale lavoro di ricerca e divulgazione dell’artista milanese ha creato un nuovo connubio tra arte e lessicografia, contribuendo in modo sostanziale a ispirare anche l’interesse per il tema delle parole rare o in via di estinzione, oggi sempre più diffuso in ambito accademico, editoriale, mediatico.
La mostra ripercorre i momenti cardine del lavoro dell’artista dall’anno di fondazione dell’Ufficio Resurrezione a oggi e si articola negli spazi del piano 0 del Centro.
«La ricerca di Sabrina D’Alessandro – scrive Pietro Gaglianò, autore del testo critico in catalogo – scardina le partizioni disciplinari e mette in discussione le tassonomie del contemporaneo fino al punto che questo dérèglement diventa esso stesso forma. La declinazione della parola, e del suo ramificato portato simbolico, in formati tangibili sfocia in una serie di esiti che invece di chiudersi nella definitezza dell’opera si aprono per riverberare in molti altri mondi».
La sala 1 ospita l’installazione sonora Parole parlanti (2001-2021), attraverso cui Sabrina D’Alessandro restituisce ai vocaboli ritrovati il loro valore di opere d’arte. Seperoso, raplaplà, redamazione… parole preziose, incise in oro a caldo su tela rossa. La prima percezione è quella di un brusio generale, metafora dell’offuscamento e del graduale smarrimento delle parole nel mare magnum di un linguaggio in continua evoluzione; avvicinandosi a ciascuna parola, emerge poi la sua voce distinta: un motto, un aforisma, una poesia attraverso cui l’artista ne evoca e ne interpreta il senso. Il lavoro di Sabrina D’Alessandro gioca sempre fra domande e risposte che creano a loro volta cortocircuiti e nuove domande. Fino ad arrivare all’opera in marmo, acciaio e ottone in mezzo alla sala: il Farlingotto, «scultura poliglotta che insegna a tacere in 12 lingue» (2020, courtesy Museo d’arte per bambini | Santa Maria della Scala, Siena). Ancora, a parete, un quadro-archivio che contiene parole amate «benché non ancora resuscitate» (2010).
La sala 2 presenta opere basate sulla dimensione antropologica e psicologica, come i “ritratti della personalità” (2010-2016), macchine “psicomagiche” prodotte dal Sabrina D’Alessandro dopo aver vissuto per due giorni nella casa del soggetto ritratto e aver partecipato al suo quotidiano: ritratti dell’anima, in cui il processo relazionale diventa parte integrante dell’opera. È poi allestita la XVI tappa del Terriculoso Censimento Peculiare, installazione itinerante che invita il pubblico a scegliere «la parola del passato che esprime il difetto umano più diffuso nel presente». L’installazione, portata dall’artista in varie città europee, ma anche tra i detenuti di un carcere e i frati di un monastero, è accompagnata da un video documentale e dalle Computazioni, che traducono i risultati del Censimento in opere cromatiche. Chiude la sala l’installazione inedita Redamare, ovvero amare ed essere amati. Parola con cui D’Alessandro ha composto il gioco della campana, «un invito a percorrerne lo schema sillabando il verbo, e a farlo proprio attraverso la dimensione ludica».
La sala 3 presenta una panoramica delle opere video di Sabrina D’Alessandro, dalle poetiche video-parole (2010-2013), «frammenti di bellezza» ripresi per caso e poi associati a una parola, ai binomi linguistici mimati dalla Divisione Mutoparlante (2015), passando per le poliglotte Parole al balcone (allestite a Suzzara nel 2018 e declamate da una banda musicale) e la visionaria Guizzìpeda: gara podistico-linguistica (2021) in cui i corridori hanno dato il loro fiato e le loro gambe alle parole del respiro. Fino alla parola antichissima e modernissima ritrovata durante la quarantena del 2020, Affatato: invulnerabile… per incantamento.
Il Dipartimento educativo del Centro inoltre attraverso l’ultimo volume di Sabrina D’Alessandro Accendipensieri – edito da Rizzoli nel 2021 e rivolto all’infanzia – ha progettato dei percorsi dedicati alla sensibilizzazione della lingua italiana rivolti alle scuole primarie.
Il Museo è aperto al pubblico da martedì a domenica dalle 11.00 alle 18.00 (chiuso il lunedì, Natale, Capodanno). Ingresso intero euro 5, ridotto euro 4, ridotto speciale euro 3,50. Nel corso della mostra sarà presentato il catalogo, corredato da un testo critico di Pietro Gaglianò e da un ricco apparato iconografico. Per informazioni: tel. +39 0187 727530, camec@comune.sp.it, http://camec.museilaspezia.it.
PRESS RELEASE CAMeC MUSEUM
“Sabrina D’Alessandro RESURRECTIONS, INSURRECTIONS, ACTIONS 2009-2021”
In 2009 Sabrina D’Alessandro founded URPS, the acronym for Ufficio Resurrezione Parole Smarrite (Office for the Resurrection of Lost Words), an organisation for recovering «words which had been lost despite being very useful for life on earth».
The activity of this revolutionary office consists of restoring to our memory rare or otherwise forgotten words, transforming them into videos, sculptures, installations, actions. The URPS is structured according to an organigram whereby each department has its specific tasks and aims.
The Dipartimento Rinascita Psicovocale (Department of Psychovocal Revival) has the task of giving expression to the sounds of the words; the Divisione Mutoparlante (Silent-Speaking Division) deals with non-verbal expression, the Area Personificazioni (Personification Area) instead brings words back to life via portraits of personality.
One of the fundamental principles is to «objectify in order to remember». This means «giving words a physical bulk so that (verba volant) they no longer fly».
For Sabrina D’Alessandro, contributing to safeguarding the richness of language is one of the aims of the enterprise, but the final goal is «a desire for a generalised rebirth which uses ancient words to achieve a new way of reading or reinventing reality».
All the words present in the works of the artist Sabina D’Alessandro are the fruit of lexicographical research done by her over the years. This research has also produced two books published by Rizzoli, Il Libro delle Parole Altrimenti Smarrite (The Book of Otherwise Lost Words, 2011) and Accendipensieri (Thought-lighter, 2021).
 

Link:

Il Giornale dell’Arte – Recuperare le parole smarrite per leggere la realtà di Matteo Fochessati

ArtribuneParole smarrite e resuscitate. La mostra di Sabrina D’Alessandro a La Spezia di Elia Baroni

EspoarteResurrezioni, Insurrezioni, Azioni di Sabrina D’Alessandro di Mattia Lapperier

Finestre sull’Arte – Sapete cosa vuol dire “redamare”? La mostra di Sabrina D’Alessandro, che resuscita le parole di Ilaria Baratta

La NazioneUna mostra al CAMeC di parole… smarrite di Alma Martina Poggi